The Far East Goes Green: Coercive Environmentalism?
Relatore: Judith Shapiro, Anthony George Simpson, Federico Antonelli, Romeo Orlandi, Grazia Francescato
ITALIANO
La transizione ecologica e la lotta al cambiamento climatico costituiscono due dei grandi temi del dibattito politico ed economico attuale. L’impegno generalizzato sottoscritto da quasi tutti i paesi del mondo, per ridurre le emissioni di CO2 nell’atmosfera, alla luce dei sempre più drammatici effetti del surriscaldamento globale, costituisce di fatto la base per la costituzione di un nuovo paradigma socio economico non più improntato sullo sfruttamento delle fonti di energia fossili ma che guarda a nuovi scenari che vedono nelle rinnovabili e nel riciclo i propri capisaldi. In questa ottica, la scelta da parte della Repubblica Popolare Cinese, di investire in questi settori (La RPC vanta più di un quarto della capacità idroelettrica installata a livello globale), si conferma come una scelta strategica vincente nel medio e lungo termine, rendendola di fatto uno dei leader nel nuovo scenario che si sta delineando. Allo stesso modo, altri Paesi dell’Est, dalla Nuova Zelanda che già nel 1991 si impegnò nella lotta a favore dell'ambiente con il Resource Management Act, alla Corea del Sud che si sta impegnando attivamente in una decisa implementazione delle fonti rinnovabili, hanno profuso ingenti risorse verso una svolta green nelle loro politiche economiche. Da contraltare ai massicci investimenti, però, specie per quanto riguarda l’impegno cinese, l’elemento totalitario insito nell’azione di governo che da un lato favorisce l’accelerazione di tali processi, dall’altra mette spesso in secondo piano le esigenze concrete di larghe fette di popolazione in ottemperanza ai ritmi imposti dal partito. Di questo e di altro parlano nel loro libro “China Goes Green: Coercive Environmentalism for a Troubled Planet”, Yifei Li e Judith Shapiro che verrà presentato lunedì 18 ottobre nel corso della webinar "The Far East Goes Green: Coercive Environmentalism?", durante la dodicesima edizione del Festival della Diplomazia di Roma. All’evento online, trasmesso sul canale web diplomacychannels.it
ENGLISH
The ecological transition and the fight against climate change are two of the major issues of the current political and economic debate. The generalized commitment signed by almost all countries in the world to reduce CO2 emissions into the atmosphere, in the light of the increasingly dramatic effects of global warming, is in fact the basis for the establishment of a new socio-economic paradigm that is no longer based on the exploitation of fossil energy sources but which looks to new scenarios that see renewables and recycling as their cornerstones. In this perspective, the choice by the People's Republic of China to invest in these sectors (the PRC boasts more than a quarter of the hydroelectric capacity installed globally), is confirmed as a winning strategic choice in the medium and long term, making it made one of the leaders in the new scenario that is emerging. Similarly, other Eastern countries, from New Zealand which already in 1991 committed itself to the fight for the environment with the Resource Management Act, to South Korea which is actively engaging in a decisive implementation of renewable sources, have poured out huge resources towards a green turn in their economic policies. In contrast to the massive investments, however, especially as regards the Chinese commitment, the totalitarian element inherent in the government action which on the one hand favors the acceleration of these processes, on the other often puts concrete needs in the background. large sections of the population in compliance with the rhythms imposed by the party.
INFO
https://www.festivaldelladiplomazia.eu/?post_type=evenz_event&p=8726&preview=true