Youth and the legacy of arab springs: any democratic openings?
Relatore: Karim Mezran, Ginella Vocca, Andrea Nicastro, Nicola Pedde, e Sarah Yerkes
ITALIANO
La Primavera Araba si pone all'interno del panorama storico come uno spartiacque tra come venivano organizzate e portate avanti le rivolte prima e dopo la diffusione dei social media. È proprio questo, dunque, l'elemento princeps che pone i giovani in una posizione di rilievo circa l'organizzazione delle rivoluzioni e l'eredità che queste ultime hanno lasciato.
Ciò che non deve essere posto in secondo piano, infatti, non è semplicemente l'impiego dei social media come mezzo per poter raggiungere un vasto numero di persone, ma l'assenza di una qualsivoglia forma di gerarchia all'interno degli stessi media. Questo elemento, sconosciuto o secondario nelle rivoluzioni che si sono verificate prima del 2010, ha portato ad un drastico allargamento della partecipazione popolare e, soprattutto, dei giovani dei paesi interessati.
Ad un primo sguardo, l'assenza di una gerarchia e l'allargamento della partecipazione popolare potrebbero risultare condizioni sufficienti ad un'apertura democratica. Tuttavia, è fondamentale non dimenticare la differenza sostanziale tra democrazia ed oclocrazia; la prima, indicante un governo del demos, la seconda, rappresentante uno stadio deteriorato di governo in cui il potere è in mano alle masse.
È tuttora complicato stabilire se la Primavera Araba abbia segnato un punto di inizio della democrazia nei i paesi che ne sono stati coinvolti. Forse è stato così, o forse non è possibile generalizzare ed è necessario analizzare i progressi ed i regressi che si sono verificati in ogni stato arabo in quegli anni. Trattandosi di una discussione così delicata e tuttora in fase di dibattito, il Festival della Diplomazia di Roma ha deciso di ospitare l'evento "Youth and the legacy of Arab springs: any democratic openings?", in cui si parlerà di questa questione nel dettaglio.
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